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Chirurgia protesica della spalla

La protesi di spalla sostituisce l’articolazione scapolo omerale, danneggiata da degenerazione artrosica o post-traumatica.
E’ inoltre l’intervento standard nel trattamento delle gravi fratture della testa omerale.
L’esperienza in questo campo è ormai più che trentennale.

Le problematiche di questo tipo di chirurgia, sono essenzialmente legate alla presenza o meno di una cuffia dei rotatori valida ed efficiente, cioè all’integrità di quel complesso di 5 tendini responsabili della stabilità e del movimento dell’articolazione.

Per questa ragione esistono essenzialmente due tipologie di impianto: protesi che richiedono l’integrità o quanto meno l’efficienza della cuffia dei rotatori e protesi (cosiddette inverse) che possono farne a meno, nei casi di degenerazione avanzata della stessa.

Il secondo tipo di impianto è quello che sta prendendo sempre più piede, in quanto capace di risolvere problematiche tecniche e di funzionamento protesico, altrimenti impossibili da dominare.

Si tratta di una chirurgia importante e che richiede grande esperienza ed abilità tecnica da parte dell’operatore.

Pur non raggiungendo i risultati spettacolari, per funzione e per durata nel tempo, che osserviamo nella chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio, la protesi di spalla garantisce una discreta ripresa della funzione dell’arto superiore in oltre il 95% dei casi, anche se i dati della letteratura mostrano una vita media dell’impianto di circa 10 anni, quindi di gran lunga inferiore a quella delle protesi delle altre due articolazioni.
Per questa ragione, essa deve essere limitata ai casi nei quali non vi sia nessun’altra possibilità, nei quali il dolore non sia dominabile in nessun modo e la funzione sia gravemente compromessa. Ovviamente, quanto più il paziente sarà giovane e in età lavorativa, tanto più la richiesta di funzione sarà alta e tanto più breve sarà la sopravvivenza della protesi.

Diverso è il caso di fratture gravi della testa omerale, per quali non vi sia alternativa e non sia possibile un trattamento tradizionale e per le quali la protesi di spalla costituisce l’unica soluzione possibile.

Le complicanze, dell’ordine di circa il 3-5%, sono costituite essenzialmente da: infezione, mobilizzazione dell’impianto, lussazione della protesi, lesioni di tronchi nervosi del plesso brachiale in corso di intervento, rigidità post-operatoria, malgrado il rigore nella preparazione e nell’esecuzione chirurgica, la profilassi trombo-embolica e l’accurata rieducazione funzionale post-operatoria.

Il periodo di recupero può richiedere oltre 3 mesi di fisioterapia.
Successivamente, è possibile una vita normale, senza abuso dell’arto interessato in lavori manualmente impegnativi. Sono permesse le attività sportive che richiedano essenzialmente un impegno degli arti inferiori (corsa e bicicletta), ma non degli arti superiori (pesistica e altri).


Indicazioni

  • Artrosi primaria (omartrosi)
  • Artrosi post-traumatica
  • Fratture severe della testa omerale