Protesi unicompartimentale del ginocchio

La protesi unicompartimentale del ginocchio è un impianto destinato a sostituire solo una parte dell’articolazione (compartimento mediale o laterale), risparmiando tutta l’articolazione non colpita dai fenomeni degenerativi.
Va considerata non come una semi-protesi, ma come un impianto di rivestimento, che ricopre la parte articolare usurata. Al giorno d’oggi è un campo che vanta oltre 50 anni di esperienza.

Rispetto ad una protesi totale presenta enormi vantaggi:

• Minore invasività chirurgica
• Risparmio del capitale osseo e legamentoso
• Recupero più rapido
• Ospedalizzazione ridotta
• Funzione articolare molto più fisiologica e simile al ginocchio normale
• Non necessità di trasfusioni
• Facilitazione in caso di re-intervento

Rispetto ad una protesi totale, richiede però una maggiore abilità tecnica da parte dell’operatore e la scelta di un impianto il cui strumentario sia perfettamente preciso, affinché il rischio di errore di posizionamento sia davvero minimo.

Una protesi unicompartimentale di qualità deve poter garantire il massimo del risparmio osseo affinché, in caso di revisione futura (anche in caso di insuccesso precoce), non si presentino eccessive difficoltà al re-intervento.

L’impianto della protesi unicompartimentale è riservato solo a determinati pazienti. Vi sono delle regole alle quali non è possibile derogare, pena il completo fallimento.

Standard indispensabili:

• Artrosi limitata solo ad un compartimento
• Perfetta integrità dei restanti compartimenti
• Presenza di un legamento crociato integro e valido
• Assenza di grandi deformità degli assi del ginocchio (inferiori a 5° di varo-valgo)
• Assenza di patologie reumatologiche maggiori
• Assenza di obesità
• Assenza di osteoporosi grave

Il mancato rispetto anche di una sola di queste condizioni, può determinare un serio rischio di insuccesso.

L’esecuzione corretta dell’ intervento, nel perfetto rispetto di questi standard, garantisce una durata dell’impianto, per un periodo che va dai 10 ai 20 anni (in funzione dell’età, del peso, della qualità dell’osso e del tipo di attività del paziente), nel 95-98% dei casi.

Come in tutta la chirurgia protesica il rischio di insuccesso, malgrado l’assoluto rispetto delle regole e la corretta esecuzione dell’intervento, è del 3-5 %, per la possibilità di complicanze, dovute a: infezione, mobilizzazione dell’impianto, fratture intra-operatorie, incidenti trombo-embolici intra e post-operatori, malgrado la profilassi trombo-embolica, antibiotica, l’asepsi e la preparazione rigorosa.

Indicazione

• Artrosi mono-compartimentale primaria, cioè su base ignota e limitata ad una sola parte del ginocchio,
• Artrosi post-traumatica (esiti di fratture del piatto tibiale o del condilo femorale)
• Necrosi del condilo femorale.

Il paziente sottoposto a intervento di protesi unicompartimentale, può condurre una vita normale e dinamica, anche discretamente sportiva: deambulazione illimitata, bicicletta, nuoto e ogni genere di sport acquatici, palestra.
Sono ovviamente sconsigliate le attività sportive che richiedano corsa e salto